Una conversazione con mons. Kozon, Vescovo di Kopenaghen

In vista dell’ormai imminente pellegrinaggio Ad Petri Sedem (circa il quale potete vedere qui, qui e qui), gli Amici del Coetus Internationalis Summorum Pontificum ci segnalano questa bella conversazione con mons. Czeslaw Kozon, che siamo lieti di proporvi.

monsKozonLa settimana prossima, Mons. Czeslaw Kozon, vescovo di Copenhagen sin dal 1995, guiderà i pellegrini del settimo pellegrinaggio Populus Summorum Pontificum verso la tomba di San Pietro. Ringraziamo Sua Eccellenza per le sue risposte alle nostre domande, in particolare perché ha scelto di rispondere direttamente in italiano. Per capire che tipo di pastore è Sua Eccellenza, basta sapere che una trentina di fedeli danesi sono annunciati al pellegrinaggio, dimostrando così il legame forte che gli unisce a lui.

1) L’anno scorso, Papa Benedetto scriveva nella prefazione all’edizione russa della sua Teologia della Liturgia che “l’oscuramento di Dio nella Liturgia è la causa principale della attuale crisi della Chiesa”: condivide questa riflessione del Papa emerito?

Non penso che in generale Dio sia trascurato nella liturgia. Però Dio e le cose sacre e i luoghi sacri non sono sempre trattati con la debita riverenza. La causa principale è che la gente spesso non conosce le verità fondamentali della fede, e per questo la liturgia non è vista come una espressione della fede. Devo dire, però, che specialmente i sacerdoti giovani sono molto attenti a questo, e celebrano la liturgia in un modo molto degno.

2) Papa Francesco ha voluto riportare l’attenzione della Chiesa sulle sue periferie e si può ben dire che la Sua diocesi, che si estende fino alle isole Faroe e alla Groenlandia, appartiene a queste periferie dell’Orbe cattolico: quant’è importante per un cattolico, a maggior ragione quando si sente lontano da Roma (geograficamente ma anche a volte spiritualmente) manifestare la propria romanità, venendo in pellegrinaggio presso la Sede di Pietro?

I cattolici vivendo nella diaspora o nelle periferie sono molto coscienti di far parte di una Chiesa universale. La maggioranza di loro sono immigrati e provengono da grandi paesi cattolici, con lunghe tradizioni. Tutti volentieri vanno in pellegrinaggio a Roma ed altri luoghi santi e sperimentano una vera conferma della loro fede.

3) A fine mese, sarà a Roma per guidare i pellegrini del popolo Summorum Pontificum verso la Tomba di Pietro: quale importanza riveste la forma straordinaria del rito romano nella Sua diocesi? E nella Sua vita sacerdotale personale?

La messa nella forma straordinaria è celebrata in due posti nella diocesi. A Copenaghen almeno due o tre volte nel mese, in un altro posto nella provincia meno frequentemente. A Copenaghen possono essere presenti 40-50 persone. Si celebrano anche altri sacramenti e funerali nella forma straordinaria.

Sono personalmente cresciuto con la forma straordinaria, allora ordinaria, e specialmente come chierichetto sono entrato nella liturgia. Sono diventato sacerdote dieci anni dopo l’introduzione della forma ordinaria, ma posso dire che il modo di agire nella liturgia, p.es. riguardo i movimenti e gesti, l’ho in gran parte preso dall’antica liturgia. Non celebro spesso la messa nella forma straordinaria, ma lo faccio sempre, quando me lo chiedono, e lo faccio volentieri.

4) In questi stessi giorni si tiene il Sinodo della Gioventù e si sa che molti giovani si sentono attrati dall’antica liturgia della Chiesa: è un fenomeno che esiste anche in Danimarca? Se sì, come se lo spiega?

Nonostante il basso numero di fedeli che profittano dalla forma straordinaria, si osserva che parecchi giovani s’interessano ad essa. Non posso spiegare perchè. Da noi, si osserva che tra di loro ci sono dei convertiti dal luteranesimo.

5) Ha qualche messaggio per i pellegrini? Un’intenzione di preghiera da affidare loro?

Spero che il pellegrinaggio sia un rafforzamento della fede, e che a casa avranno contatti nella misura più estesa possibile per condividere l’entusiasmo della fede con gli altri membri della Chiesa particolare ed anche sostenerla con il loro impegno.

kozon

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