Notizie da un’isoletta

Rubiamo il titolo ad un gradevole libro di Bill Bryson (Notes from a Small Island), pubblicato qualche anno fa, per proporre la traduzione di un articolo apparso lo scorso ottobre sul Catholic Herald, nota testata cattolica britannica. Cogliendo l’occasione del trasferimento di Padre Christopher Basden ad un nuovo incarico, l’autore, Stuart Reid, ci offre un’interessante testimonianza sull’introduzione nella Parrocchia di San Beda, a Londra, della liturgia tradizionale ancor prima dell’avvento del Motu Proprio Summorum Pontificum, e, tracciando un vivo spaccato del modo in cui la vita liturgica tradizionale si è inserita senza fratture in una normale parrocchia territoriale, suggerisce qualche utile spunto di riflessione anche per il Populus Summorum Pontificum italiano.  Ringraziamo p. Gabriel Diaz Patri per la segnalazione, e Federico Baldelli Purrone per la traduzione.

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Come la Messa Antica giunse a Bahlam

La chiesa di San Beda a Clapham Park è senza dubbio un edificio imponente. Essendo arretrato rispetto alla strada si può facilmente passargli davanti senza accorgersene. Se si dovesse notarlo si potrebbe scambiarlo per una cappella metodista, forse Alto Metodista vista la presenza, all’esterno, di una croce con l’iscrizione “SALVATI L’ANIMA”.

Ma ci si sbaglierebbe di grosso. Nell’ultimo quarto di secolo San Beda è divenuta una delle grandi parrocchie di Londra, tanto da meritarsi d’esser messa alla pari, per quanto riguarda la liturgia tradizionale, con la chiesa di St. James a Spanish Place, la chiesa del Corpus Christi a Maiden Lane e financo il Brompton Oratory.

L’ascesa della parrocchia di San Beda può essere tracciata all’origine, qualcosa avvenuto presso la spiaggia di Fort Lauderdale nel gennaio 1994. P. Christopher Basden, allora quarantunenne, era lì con alcuni amici sacerdoti. Si trovavano in ritiro e la loro conversazione si spostò su Klaus Gamber, il sacerdote e liturgista tedesco la cui opera “La Riforma della Liturgia Romana” era stata recentemente pubblicata. Il libro è un’impeccabile trattazione della rottura creata dalle agitazioni liturgiche durante il Concilio Vaticano II e, in misura anche maggiore, dopo di esso.

Padre Christopher rimase affascinato da ciò che stava sentendo e, in seguito, sempre durante la vacanza al mare, che faceva parte di un viaggio sabbatico negli Stati Uniti, i suoi amici lo portarono ad assistere ad una Messa Cantata. Fu convertito. Non molto tempo prima era stato nominato sacerdote parrocchiale presso San Beda, e da quel momento decise che, quando avrebbe preso servizio nel settembre di quell’anno, vi avrebbe in qualche modo trovato un posto per la Messa Antica.

Fortunatamente per lui, e sicuramente per la Chiesa, il leggendario p. Hugh Thwaites SJ acconsentì ad entrare nella squadra a San Beda. Si trattava di uomo straordinario. Le sue origini erano giudaiche e cristiano-scientiste. Si convertì al Cattolicesimo mentre era in servizio come ufficiale dell’esercito presso Singapore all’inizio della guerra. Quando Singapore fu occupata, venne preso prigioniero e passò il resto della guerra nella nota prigione di Changi.

“Era un sant’uomo”, mi ha detto padre Christopher la scorsa settimana. Chiaramente. Ma era anche un uomo eccezionalmente utile, aveva un indulto personale per celebrare la Messa Antica, potendo così celebrarla anche a San Beda senza violare il diritto canonico.

Dall’arrivo di p. Thwaites nella parrocchia di San Beda nel 1995 – vi rimase per due anni – la Messa tradizionale in latino vi è stata offerta quotidianamente. Tra gli eccezionali sacerdoti “Tridentini” che sono succeduti a p. Thwaites vi sono p. Andrew Southwell, per un periodo cappellano della Latin Mass Society e ora residente a Roma, e Don Armand de Malleray, attualmente provinciale per l’Inghilterra della FSSP. La Messa domenicale a San Beda è una Messa Antica cantata, a volte Messa Solenne in terzo. Neanche il Brompton Oratory arriva a tanto, pur avendo una Messa letta alle nove.

Oggi, dopo quasi un quarto di secolo, un altro cambiamento si avvicina. A gennaio padre Christopher dovrà trasferirsi a Thanet nel Kent come sacerdote parrocchiale presso le chiese di Ramsgate e Minter. Il suo è uno scambio di posto con p. Marcus Holden, che è in realtà già presente a San Beda. Il suo trascorso presso Ramsgate è magnifico. Negli ultimi dieci anni ha fatto restaurare il Santuario di Sant’Agostino – un capolavoro dell’architetto Pugin – con l’aiuto dell’English Heritage Lottery Found, che ha contribuito con un milione e trecentomila sterline. Ha ovviamente restaurato anche la liturgia tradizionale. “Uno scambio fatto in Paradiso”, lo definisce padre Christopher.

Non molto dopo la promulgazione della Lettera Apostolica in forma di motu proprio “Summorum Pontificum” da parte di Papa Benedetto XVI nel 2007 padre Christopher ha reintrodotto l’antico uso di celebrare la Messa ad orientem, sia essa nell’antico o nel nuovo rito. Fu una mossa grande e coraggiosa, ma non si dimostrò particolarmente controversa. Vi fu una singola protesta da parte di un membro del consiglio parrocchiale. Che è stata pacificamente risolta. “Molti tra i fedeli neppure notavano la differenza”, ricorda padre Christopher.

Sono lieto di dire che San Beda è la mia chiesa. La conobbi inizialmente nella metà degli anni Novanta, durante il mio tortuoso viaggio di ritorno alla pratica della fede. Mi fu detto che la Messa Antica era regolarmente celebrata presso San Beda e mi bastava. Prima assistevo occasionalmente alla Messa di metà mattinata nella chiesa polacca di Balham. Qualsiasi cosa era meglio dell’inglese, pensavo, anche il polacco. Da tradizionalista decaduto ero alquanto eccitabile.

Oggi mi va più che bene assistere ad una Messa bassa in inglese celebrata da un sacerdote ad orientem e di ricevere la Santa Comunione in ginocchio alla balaustra. Se questo è buono per Benedetto XVI – e p. Christopher e p. Marcus – lo è anche per me.

Mi mancherà p. Cristopher Basden. E’ un uomo dalla risata pronta e la parola rinfrancante, un uomo di vera compassione, sebbene possa diventare un po’ irritabile. Ha l’amabile abitudine di sfogare le sue irritazioni dall’ambone. Ego te absolvo, padre. Sei un bravo e fedele sacerdote.

Stuart Reid

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