LA MESSA TRADIZIONALE: PER SAPERNE DI PIÙ

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eefb6391-8244-44ed-b661-b04c875e4e30Le ultime vicende ecclesiali hanno suscitato in molti fedeli un’inattesa curiosità  circa la liturgia tradizionale, che ben pochi conoscono, se non per sentito dire o attraverso stereotipi fuorvianti.

Dopo la riforma liturgica del 1970, la Messa Tradizionale, spesso detta sbrigativamente Messa in latino, è stata offerta nuovamente e liberamente a tutti i cattolici, senza limitazioni, da Papa Benedetto XVI, con un provvedimento in forma di Motu Proprio, chiamato Summorum Pontificum, emanato nel luglio 2007*. Nel luglio 2021, un nuovo Motu Proprio, di Papa Francesco, ha imposto severe restrizioni alla celebrazione della Messa Tradizionale, poi ulteriormente inasprite negli ultimi mesi**.

Ma che cos’è la Messa in latino? Vogliamo aiutare tutti a saperne di più, raccogliendo in questa pagina qualche informazione utile, e qualche indicazione per ulteriori approfondimenti. Speriamo che ciò renda più facile capire se i fedeli che amano questa antichissima forma liturgica, e vi partecipano con grande devozione, meritino davvero le ultime restrizioni, così punitive, e talora umilianti.

Iniziamo con qualche filmato, facilmente reperibile in rete, che può aiutarci a comprendere perché la Messa Tradizionale sia preferita da un numero sempre crescente di fedeli. I  testi sono in inglese (la Messa in latino è ampiamente diffusa negli USA), ma potrete attivare la sottotitolazione in italiano:

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Qui troverete, invece, la registrazione della celebrazione completa di una messa domenicale in una parrocchia di Perth, in Australia. La Messa tradizionale, infatti, è una prova tangibile dell’universalità della Chiesa:

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Infine, una piccola chicca (purtroppo solo in inglese): la storia di Harrison Butker, il kicker dei Kansas City Chiefs (vincitori del Super Bowl 2023 proprio grazie ad un suo calcio piazzato; maggiori informazioni su MiL – Messainlatino.it), una vera star del football americano – lo sport più seguito negli USA. Butker è un cattolico la cui vita spirituale è scandita dalla liturgia tradizionale: in questo video parla della sua fede e di quanto la Messa in latino sia importante per lui e per la sua famiglia.

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Ci auguriamo che i filmati abbiano dimostrato che la liturgia tradizionale merita di essere conosciuta davvero, senza paraocchi né pregiudizi, così come le comunità che la celebrano; e che la lettura di questa pagina possa essere per tutti voi il primo passo di una crescente amicizia per la Messa in latino.

Infatti, «ciò che per le generazioni anteriori era sacro, anche per noi resta sacro e grande, e non può essere improvvisamente del tutto proibito o, addirittura, giudicato dannoso. Ci fa bene a tutti conservare le ricchezze che sono cresciute nella fede e nella preghiera della Chiesa, e di dar loro il giusto posto» (Benedetto XVI).

La Liturgia tradizionale, è il rito liturgico della Chiesa cattolica che viene ininterrottamente celebrata dai tempi di papa Gregorio Magno fino ad oggi, anche se dal 1970, la liturgia tradizionale è stata accantonata e, a mo’ di un trapianto di cuore, è stata sostituita da un rito nuovo, riformato e promulgato da papa Paolo VI, e, percentualmente, sono rimasti pochi quelli che continuano a celebrare nella forma tradizionale.

La Liturgia tradizionale, però, alla stregua della stella che guidò i Magi a Betlemme, è in grado di ricondurre la Chiesa intera a Betlemme, alla casa del pane, ovvero alla presenza del mistero eucaristico. La Liturgia tradizionale è in grado di condurre nuovamente la Chiesa, e con entusiasmo rinnovato, alla presenza della divinità della seconda Persona della Trinità ipostaticamente unita alla sua umanità immolata in modo incruento ogni giorno, come culto perfetto al Padre suo, su ogni altare del mondo. La Chiesa, nel vedere questa stella che sorge, non può provare sospetto, paura o diffidenza, al contrario deve provare, come i Magi, una «gioia grandissima» perché essa la riconduce a vedere «il bambino con Maria sua Madre», a riconoscere cioè che Lei, la Chiesa, raffigurata da Maria, porta in braccio niente di meno che Dio. Imitando i Magi, la Chiesa torni a «prostrarsi e ad adorarlo», offrendogli «oro, incenso e mirra» professando così la propria fede nella regalità, divinità e umanità, data in sacrificio, di Gesù.

Chiedendo ai fedeli di rimanere in ginocchio per una parte considerevole dell’atto sacro e domandando al sacerdote di genuflettersi numerose volte prima di entrare a contatto con le Specie consacrate, la Messa antica si mostra per quello che è veramente: un grande kerigma/annuncio. La parola kerigma deriva dal greco, che, letteralmente, significa «gridare». La Messa antica grida/annuncia che l’atteggiamento più consono con cui l’uomo riconosce il Mistero di Dio è l’adorazione, ossia, come l’etimologia stessa della parola evoca, un atto di amorosa sottomissione, di riverente ubbidienza, di affettuosa accettazione della Sua maestà. L’uomo si riconosce e si sente creatura la cui origine e la cui destinazione partono e sono orientate al Creatore. Se si rifiuta questa visione, non potrà che esserci un illusorio e arrogante antropocentrismo, quello che tante ferite e tanti dolori ha prodotto, soprattutto negli ultimi due secoli, derubricando dal cuore degli uomini la speranza, come ha magistralmente dimostrato papa Benedetto XVI nella sua enciclica Spe salvi.

Frequentissime sono le genuflessioni del sacerdote, durante la Messa tradizionale. Ogni genuflessione davanti il Santissimo Sacramento rappresenta un atto di fede in Cristo. L’inginocchiarsi, principale gesto di adorazione, non è un atto di umiliazione, ma soltanto di umiltà.

Ci sono molti altri esempi: baciare l’altare, battersi il petto sono azioni frequenti nel Messale del 1962 come nelle liturgie orientali. Il Rito alimenta la preghiera e la fede. Ad esempio, le cerimonie che accompagnano la consacrazione aiutano a credere nella realtà del sacrificio della Messa: quando nel bel mezzo del canone silenzioso, una campana rintocca, la campanella risuona nella chiesa avvolta nel silenzio, il turibolo sprigiona le sue nuvole profumate, gli ad faces circondano l’altare con le loro candele e tutta l’assemblea è inginocchiata, il visitatore, che è entrato in chiesa per caso, capisce immediatamente che sta accadendo qualcosa che va ben oltre le apparenze. Noi sappiamo che il Signore ha pregato in ginocchio, che Stefano, Pietro e Paolo hanno pregato in ginocchio. Piegando le ginocchia in nome di Gesù, la Chiesa proclama la Verità. Allo stesso modo, è una bella manifestazione di fede vedere, al momento della comunione, tutta l’assemblea inginocchiarsi e battersi il petto al triplice Domine non sum dignus, vedere il sacerdote portare il Santissimo Sacramento avanzando verso le balaustre, prolungamento dell’altare, preceduto da coloro che portano le candele, ed ogni fedele, umilmente inginocchiato, che riceve il corpo di Cristo dalle mani consacrate del sacerdote. I segni di adorazione e venerazione nei confronti del Santissimo Sacramento facilitano la fede dei giovani che devono vivere in una società in cui il cristianesimo tende a sparire e la loro presenza generosa al Rito antico conferma che questo linguaggio simbolico parla al loro universo interiore.

Il cuore di ogni uomo è fatto per il Signore. L’alternativa è il nulla. Forse bisognerebbe veramente chiedersi se il trapianto di cuore che è stato fatto con la riforma liturgica, se l’aver abbandonato questa dimensione latreutica e adorante nella liturgia a favore di un “ritmo più gioioso”, quasi festaiolo, verbosamente didattico, non abbia contribuito al crollo della fede e spinto gli uomini e i giovani a cercare altrove, senza successo, la fonte in grado di calmare la loro sete interiore. La Messa antica, con questo atteggiamento di umile adorazione, infonde nei credenti il senso del timor di Dio. In ginocchio l’uomo impara ad obbedire a Dio e ai suoi precetti. La morale, infatti, fa parte del catechismo, tanto quanto il Credo.

«Sono convinto che la crisi ecclesiale in cui oggi ci troviamo dipende in gran parte dal crollo della liturgia». Benedetto XVI, con sguardo profetico, era andato al cuore del problema della Chiesa di oggi: in atto c’è una profonda crisi di fede e questa crisi è causata dal crollo della liturgia.

Il Santo Padre Benedetto XVI, con coraggiosa lucidità, ha dunque fatto la diagnosi della situazione della Chiesa con tutte le conseguenze nefaste che ne sono derivate negli ultimi anni. Con la medesima coraggiosa lucidità, piena, appunto, di parresia, ha indicato anche la strada per uscirne: ripartire dalla liturgia, perché è urgente ripartire dal Centro, dal Cuore, in una parola, da Cristo: «Dobbiamo ritrovare il coraggio del Sacro».

Per saperne ancor di più! Bibliografia essenziale (italiana e internazionale)

Joseph Ratzinger, Introduzione allo spirito della liturgia, San Paolo Edizioni, 2001

Uwe Michael Lange, Rivolti al Signore. L’orientamento nella preghiera liturgica, Edizioni Cantagalli, 2008

Uwe Michael Lange, La voce della Chiesa in preghiera, Edizioni Cantagalli, 2016

Claude Barthe, Storia del messale tridentino, Solfanelli, 2018

Claude Barthe, Una foresta di simboli: Il senso mistico-allegorico della Messa tradizionale, Fede & Cultura, 2019

Peter Kwasniewski, Nobile bellezza, sublime santità. Perché la modernità ha bisogno della messa tradizionale, Fede & Cultura, 2021 

Marino NeriMeum ac vestrum sacrificium: Introduzione alla Messa Tridentina, Chorabooks, 2021

Peter Kwasniewski, The Once and Future Roman Rite: Returning to the Traditional Latin Liturgy after Seventy Years of Exile, TAN Books, 2022

Uwe Michael Lange, The Roman Mass: From Early Christian Origins to Tridentine Reform, Cambridge University Press, 2022

Mons. Athanasius Schneider, con Aurelio Porfiri, La Messa cattolica: Passi per ripristinare la centralità di Dio nella liturgia, Chorabooks, 2022

Joseph Shaw, The Liturgy, the Family, and the Crisis of Modernity: Essays of a Traditional Catholic, Sophia Institute Press, 2022

Roberto Spataro SDB, La Messa del futuro, Fede & Cultura, 2022

Claude Barthe, Quel avenir pour la Messe traditionnelle?, Contretemps Ed., 2023.

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* Motu Proprio Summorum Pontificum, versione latina; Motu Proprio Summorum Pontificum, versione italiana; Lettera di S. S. Benedetto XVI ai Vescovi in occasione della pubblicazione della Lettera Apostolica “Motu Proprio Data” Summorum Pontificum sull’uso della Liturgia Romana anteriore alla riforma effettuata nel 1970.

** Motu Proprio Traditionis Custodes, versione latina; Motu Proprio Traditionis Custodes, versione italiana; Lettera del Santo Padre Francesco ai Vescovi di tutto il mondo per presentare il Motu Proprio “Traditionis Custodes” sull’uso della Liturgia Romana anteriore alla riforma del 1970; Rescriptum ex audientia SS.mi, 21.02.2023; Responsa ad dubia della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti su alcune disposizioni della Lettera Apostolica in forma di «Motu Proprio» Traditionis Custodes del Sommo Pontefice Francesco, 18.12.2021.

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