Card. Burke: “La bellezza perenne della tradizionale forma dei riti liturgici della Chiesa latina”

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Omelia del cardinale Burke pronunciata sabato 25 ottobre 2014 durante la Santa Messa celebrata all’altare della Cattedra di San Pietro per i pellegrinaggi del popolo Summorum Pontificum.

Leggendo l’omelia pronunciata da Sua Eminenza Rev.ma il cardinale Burke, ringraziamo Iddio per i “grandi cardinali” (così definiti da Papa Benedetto nella sua lettera al delegato generale del pellegrinaggio) che celebrano “normalmente” la forma straordinaria del rito romano.

Preghiamo anche per Sua Eminenza, allontanato dalla Curia romana ad appena 66 anni e nominato Patrono del Sovrano Ordine di Malta, carica considerata puramente onorifica: possa egli continuare a rispondere con generosità ai numerosissimi inviti che gli vengono rivolti da tutto l’orbe per illustrare e confermare la perenne verità della nostra fede cattolica.

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MISSA DE SANCTA MARIA IN SABBATO, SALVE SANCTA PARENS

COETUS INTERNATIONALIS PRO “SUMMORUM PONTIFICUM”

BASILICA SANCTI PETRI IN VATICANO

XXV OCTOBRIS MMXIV

Sir 24, 14-16

Lc 11, 27-28

 

Sia lodato Gesù Cristo!

Siete partiti dalle vostre case e dalla vostra attività ordinaria per venire in pellegrinaggio ad un luogo straordinario, la Sede di Pietro, ispirati dalla gratitudine al Signore per il dono più bello che ci dà nella Chiesa, qual è la Sacra Liturgia. È il Successore di San Pietro che ha la responsabilità di salvaguardare e promuovere questo dono per il gregge del Signore disperso in tutto il mondo. Ringraziate il Signore, in modo particolare, per la bellezza perenne della tradizionale forma dei riti liturgici della Chiesa latina, della “ricchezza della Liturgia Romana” che Papa Benedetto XVI, con la Lettera Apostolica “Summorum Pontificum”, data motu proprio il 7 luglio 2007, “ha reso più accessibile alla Chiesa universale”[1]. Con la Messa Pontificale, secondo la Forma Straordinaria del Rito Romano, celebrata in questa magnifica basilica eretta sopra la tomba di San Pietro, il vostro pellegrinaggio raggiunge il suo culmine.

Facendo memoria di San Pietro e implorando la sua intercessione, onoriamo la particolare cura animarum dei suoi Successori, espressa nel modo più alto e pieno nella custodia e nella promozione della Sacra Liturgia. Così Papa Benedetto XVI nella Lettera Apostolica Summorum Pontificum ci ha ricordato:

I Sommi Pontifici fino ai nostri giorni ebbero costantemente cura che la Chiesa di Cristo offrisse alla Divina Maestà un culto degno, «a lode e gloria del suo nome» ed «ad utilità di tutta la sua Santa Chiesa»[2].

Nella stessa Lettera Apostolica Papa Benedetto XVI ha sottolineato, in modo particolare, l’eccezionale cura della Sacra Liturgia da parte dei Papi San Gregorio Magno, San Pio V e San Giovanni Paolo II. Per parte nostra, ricordiamo oggi il contributo, in continuità con questi grandi Pontefici, di Papa Benedetto XVI nella salvaguardia e nella promozione della Sacra Liturgia quale espressione più perfetta e più alta della nostra vita in Cristo nella Sua Santa Chiesa.

Celebriamo la Messa votiva di Santa Maria in sabbato, consci che la Madre di Dio sempre ci accompagna nel nostro pellegrinaggio. Con tanto amore materno la Madonna ci ha accompagnato fino a questo tempio sacro per mostrarci la natura straordinaria della nostra vita ordinaria perché è vissuta in Cristo per l’inabitazione dello Spirito Santo nelle nostre anime. Con amore materno ha voluto rispondere alla nostra devozione, conducendoci all’incontro del tutto straordinario con il Suo Figlio divino nella comunione con il Suo Corpo, Sangue, Anima e Divinità. La Santa Comunione è il vero e insostituibile cibo del nostro pellegrinaggio terreno fino alla mèta della vita eterna alla presenza di Dio – Padre, Figlio e Spirito Santo – , in comunione con gli angeli e tutti i santi. In ogni sacro pellegrinaggio scopriamo la nostra profonda identità quali pellegrini e anticipiamo il compimento del nostro pellegrinaggio al Banchetto Nuziale dell’Agnello[3].

Il Signore ha concesso che Sua Madre, come la Divina Sapienza lodata nel Libro del Siracide, dimori in ogni luogo sacro, unito a Gerusalemme, la “città che [il Signore] ama”[4], per servire “davanti a lui” dispensando le Sue molteplici grazie di verità e luce ai pellegrini[5]. In questo luogo santo, seguendo l’esempio della Madre di Dio e implorando la Sua intercessione, scopriamo di nuovo che la nostra vera “porzione” e “eredità” è il Signore vivo per noi nella Chiesa e che la nostra dimora permanente è “in mezzo a un popolo santo”, la dimora della piena assemblea dei santi[6].

In pellegrinaggio per celebrare il grande dono della Sacra Liturgia, comprendiamo sempre meglio il senso profondo delle parole del Signore nel Vangelo. Quando “una donna dalla folla” ascoltando il Suo insegnamento “alzò la voce” per lodare la Sua Madre, “il grembo che [Lo] ha portato e il seno che [Lo] ha allattato”, il Signore segnalava la vera fonte della beatitudine della Sua Madre, cioè, la Sua perfetta obbedienza alla Legge di Dio, per la quale era preparata ad essere la Sua Madre. Il Signore dichiarò: “Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano”[7]. In questo nostro pellegrinaggio, la Madre di Dio ci invita ad imitare la Sua obbedienza, cosicché il Signore possa purificare i nostri cuori da ogni affetto disordinato che ci condurrebbe al peccato e alla morte e, allo stesso tempo, infiammare i nostri cuori con l’amore della Sua Legge che ci conduce alla vita virtuosa e alla vita eterna.

Pellegrini in compagnia della gran Madre di Dio, preghiamo, per la Sua intercessione, di ottenere la grazia di imitarLa, offrendo i nostri cuori totalmente a Cristo, specialmente con la nostra fedele partecipazione nella Sacra Liturgia, fonte della sapienza e della forza divina delle quali abbiamo bisogno per seguire Cristo con tutto il cuore. Ponendo il nostro cuore, unito al Cuore Immacolato di Maria, nel Sacratissimo Cuore di Gesù tramite il nostro culto a Dio Padre, offriamo a Dio l’amore puro e disinteressato con il quale Egli per primo ci ha amato. Riconosciamo la nostra vera “eredità” nel Cuore di Gesù e rimaniamo saldi lungo la via che ci conduce alla nostra dimora eterna “in mezzo a un popolo glorioso”[8], nella piena assemblea dei santi al Banchetto Nuziale dell’Agnello.

Leviamo adesso i nostri cuori, con il Cuore Immacolato di Maria, al glorioso trapassato Cuore di Gesù. Uniti nel Cuore di Gesù, uniamoci con Lui nel Sacrificio Eucaristico che ora Egli offre. Istruiti alla Scuola di Maria, nostra Madre, offriamo con Cristo la nostra vita totalmente a Dio Padre con amore puro e disinteressato. Preghiamo che, tramite il nostro odierno pellegrinaggio, la Madonna ci aiuti a rispondere ogni giorno di nuovo all’invito di Gesù di dare sempre a Lui il nostro cuore e di arrivare, con Lui, alla nostra eterna dimora in Cielo.

Cuore di Gesù, casa di Dio e porta del cielo, abbi pietà di noi.

O Maria Immacolata, Madre della Grazia Divina, prega per noi.

San Pietro, Principe degli Apostoli, prega per noi.

Raymond Leo Card. BURKE

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[1]“Universae Ecclesiae … Romanae Liturgiae divitias reddiderunt propiores”. Pontificia Commissio Ecclesia Dei, Instructio Universae Ecclesiae, “Ad exsequendas Litteras Apostolicas Summorum Pontificum a S.S. Benedicto PP. XVI Motu Proprio datas”, 30 Aprilis 2011, Acta Apostolicae Sedis 103 (2011),  413, n. 1. Versione italiana: Pontificia Commissione Ecclesia Dei, Istruzione sull’applicazione della Lettera Apostolica motu proprio data Summorum Pontificum di S.S. Benedetto PP. XVI  (Città del Vaticano: Libreria Editrice Vaticana, 2011), p. 3, n. 1.

[2]“Summorum Pontificum cura ad hoc tempus usque semper fuit, ut Christi Ecclesia Divinae Maiestati cultum dignum offerret, «ad laudem et gloriam nominis Sui» et «ad utilitatem totius Ecclesiae Suae sanctae». Benedictus PP. XVI, Epistula Summorum Pontificum, “De usu extraordinario  antiquae formae Ritus Romani”, 7 Iulii 2007, Acta Apostolicae Sedis 99 (2007), 777. Versione italiana: Benedetto XVI, Lettera Apostolica «Motu Proprio data» Summorum Pontificum sull’uso della Liturgia Romana anteriore alla Riforma del 1970 (Città del Vaticano: Libreria Editrice Vaticana, 2007), p. 3.

[3]Cf. Ap 19, 7.

[4]Sir 24, 11.

[5]Sir 24, 14-15.

[6]Sir 24, 16.

[7]Lc 11, 27-28.

[8]Sir 24, 16.

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